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Cosa preparo stasera? Gli italiani ai fornelli e il dilemma della cena

Diciamoci la verità, ci sono sere in cui la voglia di mettersi ai fornelli è al minimo storico e venderemmo l’anima perchè qualcosa di commestibile si materializzasse sulla nostra tavola. Ma non temete non siete soli: sembra che il domandone “cosa preparo stasera” sia il dilemma quotidiano che attanaglia ogni giorno il 32% dei nostri connazionali mentre la scusa più gettonata per sottrarsi ai doveri casalinghi è la mancanza di tempo. Per molti il sogno è cucinare piatti da sogno col minimo sforzo (io sono tra questi).

Se si pensa all’Italia il collegamento con il buon cibo è immediato. Il Bel Paese si conferma attento e attratto dalla cucina anche se l’abitudine quotidiana del mettersi ai fornelli a volte pesa. Le scuse addotte per non cucinare sono le più svariate, anche se quello che agli italiani proprio manca è il tempo (60%). È quanto emerge da una recente indagine condotta da JUST EAT (www.justeat.it), il gigante mondiale del take away, che ha analizzato le abitudini dei nostri connazionali di fronte ai fornelli.

Il pensiero di non voler cucinare, attanaglia le menti degli italiani con una certa costanza: il 31% dichiara, infatti, di imbattersi nell’assillante cruccio almeno una volta al giorno, mentre il 22% giunge addirittura a chiederselo fino a 2-3 volte al giorno, a questa percentuale si aggiunge un altro 7% che supera le tre volteUn più rilassato 32% ammette di dedicare del tempo a questo pensiero, ma non tutti i giorni. Resta quindi il fatto che agli italiani piace mangiare ma non hanno voglia di cucinare!

Se l’idea di dover cucinare ricorre nelle menti di noi italiani non può quindi altrettanto dirsi della sua realizzazione pratica; il “mettersi ai fornelli” è sempre più una missione, più dura di una corsa in palestra o di una riunione col proprio capo. Solo il 31% degli italiani è solito affrontare soffritti, forni, fritture, marinature per cimentarsi in pietanze elaborate, mentre la stragrande maggioranza, ben il 65%, preferisce optare per piatti semplici e veloci tra cui ovviamente un posto d’onore è riservato alla pasta. A questi si aggiunge un abbondante 38% che risolve sbrigativamente la questione ricorrendo a cibi freddi e leggeri: le classiche “insalatone”, affettati o formaggi regnano incontrastati sulle tavole degli italiani. Per gli irriducibili, che preferirebbero una qualsiasi pena rispetto che accendere un fornello o semplicemente avviare il microonde, rimane la scelta del fast food, un’opzione prevalentemente più maschile (20%) ma che trova i suoi seguaci anche nelle donne (9%), del resto gli hamburger di soia sono all’ultima moda!

 Dal quadro fino ad ora dipinto potrebbe sembrare che gli italiani abbiano perso interesse per la cucina, ma non è affatto così. Se avessero in mano la lampada di Aladino per esaudire un desiderio ben il 32% vorrebbe essere in  grado di “cucinare piatti da sogno con il minimo sforzo” – fenomeno molto più accentuato nelle donne (36%) che negli uomini (27%) – mentre il 26% vorrebbe disporre di una bacchetta magica per cucinare senza sporcare. Nella top 3 dei desiderata, infine, il 19% aspira a divenire uno chef provetto, segno che la cucina è considerata ancora un’arte preziosa ed ammaliante. C’è anche chi ha aspirazioni internazionali e vorrebbe eccellere in tutte le cucine del mondo (13%) mentre gli uomini puntano molto sulla creatività e sullo stupire i commensali (12%).

Tante aspirazioni che si scontrano però con la dura realtà di una vita sempre più frenetica. O sono tutte scuse? La mancanza di tempo, in effetti, è la giustificazione più utilizzata per non cucinare da oltre un italiano su due (60%). A seguire l’incapacità (11%) e il malessere fisico (11%) rimangono un grande classico, per finire con la scusa per eccellenza: incolpare il proprio partner, soluzione molto più utilizzata dall’universo maschile (12%) che dalle donne (6%).

 “Abbiamo voluto analizzare le abitudini degli italiani sicuramente in chiave ironica, ma dai dati raccolti emergono delle importanti verità. Gli italiani si confermano grandi amanti del cibo e della cucina ma devono fare tutti i giorni i conti con una vita sempre più frenetica e con impegni incessanti che tolgono tempo alla preparazione gastronomica. Cambiano, quindi, le abitudini alimentari e la propensione verso il cibo“ ha dichiarato Benvolio Panzarella, Direttore Generale di JUST EAT. „Non è a casoche il numero di ristoranti che consegnano a domicilio stia crescendo moltoe la nostra offerta si colloca proprio in questo contesto per rispondere alle nuove esigenze dei nostri connazionali: mettere cioè a loro disposizione un modo semplice, facile e veloce per mangiare bene selezionando da una vasta gamma di cucine, senza perdere neanche un minuto. Ogni tanto possiamo concederci questo lusso!“.

E se in questo momento stai appunto pensando al tuo frigo vuoto, a cosa comprare o cosa cucinare stasera, per una volta invece di tirare fuori scuse o padelle e tutti gli attrezzi del mestiere, aderisci al motto “Don’t Cook, JUST EAT”.

 CHI? Just-Eat Il Gruppo JUST EAT è stato fondato nel 2001 in Danimarca e oggi la sua sede centrale è a Londra. JUST EAT è presente in 13 paesi, dall’Europa al Canada e l’India. JUST EAT ha gestito più di 30 milioni di ordini dall’inizio della sua attività. Sono oltre 27.000 i ristoranti integrati nel servizio di ordinazione online di JUST EAT che, grazie alla tecnologia proprietaria, garantisce un’ampia scelta di offerta. Il volume d’affari generato da Gruppo JUST EAT per i ristoranti è di quasi 750 milioni di Dollari. Inoltre, JUST EAT si è recentemente posizionato al 28° posto nel Sunday Times Tech Track 100 ed è entrato a far parte del TechCrunch Europe Top 100-Index. Ulteriori informazioni su: www.JUSTEAT..


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1 Comment

  • Reply
    vala
    29 Dicembre 2012 at 14:54

    Io vado controcorrente..ADORO cucinare (sarà che mi viene bene :P),mi rilassa!!

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