Putin, Zelensky e il tavolo di pace: Trump al centro della partita diplomatica

Un faccia a faccia tra Putin e Trump che riapre scenari impensabili fino a poco fa. Zelensky osserva con cautela, l’Europa cerca di non restare ai margini

Putin e Zelensky
Putin, Zelensky e il tavolo di pace: Trump al centro della partita diplomatica (AnsaFoto) – lifeandthecity.it

Sono mesi che si parla di un possibile incontro faccia a faccia fra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky per risolvere la crisi in Ucraina. Mesi di illazioni e speculazioni sulla fine di una guerra che sta devastando la terra ucraina da ormai quasi 4 anni e che continua imperterrita a fare danni e morti. Ora però potrebbe esserci una svolta.

Di certo l’incontro in Alaska fra il presidente russo e Donald Trump ha dato una spallata importante alle velleità bellicose dell’ex Unione Sovietica. Una riunione che ha segnato sicuramente una svolta anche se naturalmente non è stata apprezzata nei modi da faccendiere che da sempre accompagnano il presidente degli USA.

L’atteggiamento di Trump è quello di un “deal maker”, un po’ come un negoziatore immobiliare che sta provando a mediare fra un acquirente e un venditore di una casa. Ma la posta in gioco è ben più alta e l’opinione pubblica lo sa bene.

Comunque, modi a parte, sarebbe sicuramente un passo in avanti un eventuale incontro trilaterale, con Putin e Zelensky seduti allo stesso tavolo, e con lui a fare da garante.

Zelensky prende tempo, Putin resta prudente: e l’Europa?

A rafforzare l’idea di questo incontro trilaterale è arrivata la dichiarazione del cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha parlato di una disponibilità da parte dei russi a incontrare Zelensky entro due settimane. Resta da capire quali sarebbero le condizioni, ma di certo sarebbe già uno step importante.

Vladimir Putin e Volodimyr Zelensky
Zelensky prende tempo, Putin resta prudente: e l’Europa? (AnsaFoto) – lifeandthecity.it

Zelensky intanto mostra cautela. Ha detto chiaramente che per il momento non c’è alcuna data fissata per questo meeting e di certo non si terrà a Mosca. L’Ucraina ha resistito finora strenuamente: presentarsi a un tavolo senza garanzie potrebbe sembrare un segno di debolezza enorme.

Il Cremlino, dal canto suo, prende tempo. Ufficialmente si parla solo di “valutazione della possibilità”. Eppure nel 2022 un decreto aveva vietato qualsiasi trattativa diretta con Zelensky. Il fatto stesso che Putin accetti di discuterne, sotto l’egida di Trump, indica che qualcosa si muove.

Intanto dall’Europa iniziano a sollevarsi i primi mugugni per l’esclusione del nostro continente da questi negoziati di pace. Macron ha sottolineato che l’Europa non può restare fuori da un summit che rischia di decidere il futuro della sicurezza continentale.

Ma le immagini più forti, quelle che hanno fatto il giro del mondo, sono quelle del faccia a faccia tra Putin e Trump, con sorrisi calibrati e stretta di mano studiata nei minimi dettagli.

La sensazione è che ad oggi siamo ancora in un terreno fatto più di dichiarazioni che di sostanza. Ma è anche vero che il teatro della diplomazia vive di atti simbolici, e l’incontro tra Putin e Trump ha già cambiato la narrazione.

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