Cambio di residenza, perché è fondamentale che il dipendente lo comunichi al datore di lavoro. In pochi sanno il vero motivo: scopriamolo insieme
Se sei un lavoratore dipendente, il contributo che stai per leggere faresti bene a stamparlo chiaro e tondo nella tua mente. Sì, perché stiamo per introdurti a un argomento davvero importante quando si tratta di contratto lavorativo: la necessità di comunicare il cambio di residenza al tuo datore di lavoro.

Scommetto che ti starai chiedendo il perché di una simile formalità. La risposta, in realtà, è più semplice e intuitiva di quel che potresti immaginare. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di capire, punto per punto, come mai è fondamentale precisare un eventuale cambio di residenza nel tuo contratto di lavoro, e quali sono le conseguenze alle quali potresti andare incontro.
Cambio di residenza: perché deve essere specificato nel contratto di lavoro
Quello che sto per dirti non è niente che ti sconvolgerà: quando un datore di lavoro e un dipendente stipulano un contratto, ovviamente, tale contratto deve contenere una serie di informazioni essenziali. Per quel che concerne il dipendente, tra queste si annoverano, oltre al nome e cognome, anche la data di nascita, l’indirizzo di residenza e il codice fiscale.
Ma perché specificare la residenza è così importante? Vediamolo subito. Nel caso specifico, l’indirizzo di residenza è importante perché consente al datore di lavoro di adempiere a una serie di obblighi, tra cui:
-Inviare comunicazioni ufficiali, anche tramite posta.
-Rispettare eventuali obblighi contrattuali, anche dal punto di vista legale.
Peraltro, la necessità di comunicare l’indirizzo di residenza spesso è specificata anche in molti contratti collettivi nazionali. Ma cosa succede se un lavoratore dipendente non comunica al proprio datore di lavoro un eventuale modifica della residenza? Scopriamolo.
Cambio di residenza: cosa succede se il lavoratore si dimentica di comunicarlo
Nella frenesia della quotidianità in cui ciascuno di noi è immerso, dimenticarsi di comunicare un eventuale cambio di residenza non è affatto uno scenario così lontano dal potersi verificare. Cosa succede, però, se un dipendente incappa in un errore del genere? Secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, in base anche a quanto riporta il contratto collettivo nazionale di lavoro, tutte le comunicazioni inviate al precedente indirizzo di residenza sono da considerarsi valide.

In parole povere, il datore di lavoro ha adempiuto ai propri obblighi, a prescindere dal fatto che quelle comunicazioni non sono mai arrivate al lavoratore dipendente perché, per l’appunto, l’indirizzo dove risiede è cambiato. È il lavoratore, dunque, ad avere la responsabilità di comunicare tempestivamente una novità di questo genere, onde evitare il rischio di incappare in simili conseguenze.